Si possono definire "biomasse" quei prodotti di origine forestale o agricola (includendo i loro residui ed escludendo i rifiuti urbani o zootecnici), provenienti cioè da colture, energetiche o tradizionali. Le biomasse ed i combustibili da esse derivate emettono nell'atmosfera, durante la combustione, una quantità di anidride carbonica più o meno corrispondente a quella che viene assorbita in precedenza dai vegetali durante il processo di crescita. L'impiego delle biomasse ai fini energetici comunque produce quindi il rilascio di nuova anidride carbonica , principale responsabile dell'effetto serra. Altri vantaggi ecologici:
biodegradabilità (in caso di versamenti accidentali di biocombustibile);

SVANTAGGI
Per necessità economiche di funzionamento è una forma opposta a politiche di minimizzazione della produzione dei rifiuti
- Grandi aree a causa della bassa densità energetica;
- Richiesta di utilizzo di fertilizzanti;
- Problemi di logistica per la fornitura della risorsa;
- Problemi di condizione ambientale/meteo;
- Produzione annua non costante.

Le biomasse possono essere caratterizzate da 3 diversi criteri:
il contenuto di acqua (la biomassa si trova in condizioni fresche o è stata asciugata?)
la sua origine (la biomassa proviene da piante, animali?)
vitalità (ci sono organismi morti o vivi al suo interno?)
Biomasse secondo origine:
Fitomassa: la biomassa proviene da piante
Zoomassa: la biomassa proviene da animali
Biomassa microbica: la biomassa proviene da microorganismi.
Biomassa secondo Vitalità.
Biomassa vivente: è costituita da elementi viventi
Biomassa morta: è costituita da elementi morti



BIOCARBURANTI
Dalla fermentazione dei vegetali ricchi di zuccheri, come canna da zucchero, barbabietole e mais, spesso prodotti in quantità maggiori al fabbisogno, si può ricavare l'etanolo o alcool etilico, che può essere utilizzato come combustibile per i motori endotermici, in sostituzione della benzina. Dalle biomasse oleaginose (quali ad esempio la colza e la soia) si può ricavare per spremitura e transesterificazione il cosiddetto biodiesel.
Tramite opportuno procedimento è inoltre possibile trasformare le biomasse di qualsiasi natura in BTL (Biomass to liquid), un biodiesel, ottenuto appunto da materiale organico di scarto o prodotto appositamente con colture dedicate.
Lo sfruttamento di nessuna di queste fonti può comunque prescindere da valutazioni sull'EROEI complessivo, ossia sul rapporto tra energia ottenuta ed energia impiegata nella produzione.
Ne esistono diversi: il bioetanolo, il biodiesel, il biometanolo, il biodimetiletere, gli idrocarburi sintetici, il bioidrogeno, gli olii vegetali.
Conseguenze negative dal punto di vista socio-ambientale
Utilizzo di terre coltivabili non per alimentare la popolazione ma per alimentare le macchine.
Innalzamento del prezzo delle materie prime soprattutto nei paesi del Terzo Mondo. Fra i problemi quello di creare insicurezza alimentare.
Se le tecniche di coltivazione sono monocolturali questo riduce la biodiversità, aumenta l'erosione del suolo e il rischio di insetti e batteri che distruggano le coltivazioni.

BIOGAS

Oltre ai vegetali coltivati, anche i rifiuti vegetali e liquami di origine animale possono essere sottoposti a digestione o fermentazione anaerobica (cioè in assenza di ossigeno). La biomassa viene chiusa in un digestore (ad esempio realizzato con la tecnologia UASB) nel quale si sviluppano microorganismi che con la fermentazione dei rifiuti formano il cosiddetto biogas. Dopo trattamento depurativo, questo può essere usato come carburante, combustibile per il riscaldamento o il raffreddamento e per la produzione di energia elettrica. Anche dai rifiuti raccolti nelle città si può ricavare energia.





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